
Riportiamo un estratto dell’intervista a Riccardo Trentin pubblicata sull’Unione Sarda del 1 dicembre 2021 nell’inserto salute.
Provate a seguire una storia con delle fotografie scattate in sequenza o attraverso un film. E’ altamente probabile che nella seconda ipotesi osservare il flusso degli eventi ed essere avvinti dalla vicenda sia più facile e coinvolgente. Anche per il monitoraggio del diabete può accadere qualcosa di simile: si possono fare i classici controlli ad ore prestabilite con la puntura del dito, scattando foto istantanee, o seguire nel tempo quanto avviene grazie a sensori che registrano, mantengono le rilevazioni e possono anche inviare al medico la situazione. così la tecnologia può cambiare la vita a chi soffre di diabete di tipo 1 e a chi è sottoposto a trattamenti con insulina (con precise indicazioni per essere “appropriati) per il tipo 2. A ricordarlo sono gli esperti che discuteranno sul tema venerdì 3 dicembre in “Speciale Ippocrate”, in programma alle 21 su Videolina. Saranno presenti Giancarlo Tonolo, Direttore della Struttura complessa di Diabetologia della ASSL di Olbia e coordinatore regionale per la Sardegna della Simdo, Alessio Lai, Presidente AMD Sardegna, Mariangela Ghiani, Presidente SID Sardegna e Riccardo Trentin, Presidente della Federazione Rete Sarda Diabete Ets-Odv. “La pandemia ha evidenziato il ruolo strategico delle nuove tecnologie quali i sensori – segnala Trentin. Sono dispositivi che danno un apporto significativo al miglioramento della qualità della vita delle persone con diabete e che devono essere resi accessibili a tutti i pazienti che ne necessitano. In Sardegna cominciano a profilarsi importanti novità che lasciano ben sperare in un nuovo corso delle politiche sanitarie nella cura e assistenza ai pazienti diabetici, a partire dalla recente ricostituzione della Consulta della Diabetologia, importante organismo consultivo di cui fa parte anche la Federazione Rete Sarda Diabete. In questo senso posso definire una “conquista”, il superamento della vecchia delibera del 2018 sulla prescrivibilità dei sensori Fgm”. Per capire meglio di cosa si parlerà, ricordiamo che le tecnologie per il monitoraggio della glicemia sono molto diverse tra loro. Esistono le classiche strisce reattive per l’autocontrollo della glicemia attraverso puntura sul polpastrello, che secondo le raccomandazioni delle società scientifiche prevedono almeno un minimo di sette rilevazioni al giorno. Più semplice e meno invasivo è il controllo continuo attraverso i dispositivi di monitoraggio della glicemia che consentono di leggere i livelli di glucosio ogni volta che sia necessario grazie ad un piccolo sensore che si applica sulla parte posteriore del braccio. Evitano non solo di dover pungere il dito, ma permettono di controllare i livelli di glicemia quando si vuole e ovunque, offrendo anche un contatto con il diabetologo anche a distanza. L’indicazione al loro uso richiede appropriatezza e formazione e deve essere sempre fatta in condivisione e collaborazione con il medico curante. La sfida è lanciata: e l’isola può diventare davvero un “laboratorio”, vista anche l’alta incidenza della patologia, nella sfida al diabete.