
di Elisabetta Caredda
13 OTT – Attualmente la prevalenza del diabete in Sardegna viene stimata intorno al 6%, con delle differenze territoriali molto importanti. I dati sono riferibili al 2016 e ad oggi approssimativamente sono circa 120.000 le persone che ne sono affette nell’ isola. Il presidente della Federazione rete sarda diabete su Quotidiano Sanità pone l’accento sul fatto che il diabete di tipo 2 genera nei pazienti una condizione di importante e complessa polipatologia, che richiede necessariamente l’intervento di un team di professionisti multidisciplinare in rete”.
“L’impatto della malattia dal punto di vista clinico – sottolinea il presidente -, sociale ed economico sul nostro servizio sanitario regionale è molto importante, basti pensare che si stima a 7-8 anni la riduzione di aspettativa di vita nella persona con diabete non in CONTROLLO GLICEMICO, ed il 60% almeno della mortalità per malattie CV è associata al diabete; il 38% delle persone con diabete ha insufficienza renale (può portare alla dialisi), il 22% delle persone con diabete ha retinopatia, il 3% delle persone con diabete ha problemi agli arti inferiori e piedi. Ancora, è stato visto che il 32% dei soggetti è in età lavorativa (20-64 anni) con prevalenza del 10% fra le persone di 50-69 anni, l’8% del budget SSN è assorbito dal diabete con oltre 9,25 miliardi di euro (solo costi diretti a cui ne vanno aggiunti 11 di spese indirette), e la spesa, desunta dai flussi amministrativi, indica circa 2.800 euro per paziente (il doppio che per i non diabetici). Ma il 90% dei costi è attribuibile a complicanze e comorbilità, mentre solo il 10% è assorbito dalla gestione del problema metabolico”.
“Il diabete di tipo 2 rappresenta pertanto un esempio paradigmatico di patologia cronica – afferma Trentin – la cui condizione è generalmente di polipatologia, ed è necessario che una simile complessità venga affrontata da un team multidisciplinare in rete. Inoltre, l’attivazione del Registro di malattia diabetica declinato nella rete di assistenza diabetologica con i suoi PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) rappresentano capisaldi fondamentali per fare cura e prevenzione del diabete di tipo 2 in Sardegna”.
Il presidente della Federazione rete sarda diabete conclude evidenziando: “Nelle persone con diabete di tipo 2 complicato gli obiettivi terapeutici indicati dalle linee guida possono essere raggiunti grazie all’utilizzo di farmaci innovativi per il diabete tipo 2 e l’impiego della più moderna tecnologia come i sensori per la misurazione della glicemia interstiziale. Durante le fasi successive della malattia inoltre, spesso la terapia richiede ulteriori implementazioni con farmaci orali o iniettivi. E secondo le più recenti linee guida nazionali, l’intensificazione della terapia è uno strumento efficace nella prevenzione delle complicanze a lungo termine che determina una riduzione dei costi legati alla gestione delle complicanze stesse. Nell’ultimo decennio il panorama terapeutico si è molto arricchito di efficaci opzioni terapeutiche e tecnologiche visti i dati epidemiologici di questa cronicità in continuo aumento”.
Elisabetta Caredda
Fonte: https://www.quotidianosanita.it/sardegna/articolo.php?articolo_id=117530